{ALICE IN KITCHEN: racconti in cucina}

Dove eravamo rimaste….Sono esattamente 6 mesi che vivo a Genova. Adesso è arrivato il freddo anche qui ed è una cosa che un po’ mi destabilizza. Abituata ai giorni passati al sole ed alle temperature miti, ho freddo e sono impreparata! Ho ancora le giacche pesanti a Bologna e quindi mi vesto a strati con tutto quello che trovo! Ho cappello e sciarpa sempre addosso e il naso che cola! Ma soprattutto mi aumenta l’appetito e fortunatamente col freddo cammino più veloce per scaldarmi e consumo più calorie!!!!

In questi giorni sono da sola a Genova ed è un po’ strano però mi piace e sto bene. Sono fuori tutto il giorno, a casa sembra esplosa una bomba, mangio seduta sul divano, non sistemo i vestiti quando mi spoglio alla sera, sono quelle piccole libertà che ci prendiamo quando siamo a casa da soli (domani però sistemo tutto promesso!)
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Come mi trovo? Bene. Ci sono tante cose che amo della città e alcune che non amo, la prima e forse l’unica seria è che per muovermi devo prendere la macchina. Mi manca la mia bicicletta ma qui sarebbe impossibile, le salite e il vento sono il problema! Amo il mare, ma lo sapete già, credo che anche sulla Luna l’abbiano capito. Amo il clima, la luce quando c’è il sole ed il cielo blu. Le piante sempre in fiore. La focaccia, i vicoli, i caffè del centro… Odio il parcheggio in doppia fila, la regola qui a Genova, mi manda fuori di testa. Che fastidio!!!!! Il genovese non guida benissimo!

I Genovesi… li amo e li patisco. Amo il loro essere riservati e mai invadenti ed ho un po’ capito come sono. Simone è il Genovese fatta persona e grazie a lui e alla mia amica Ele riesco a “tradurre” certi comportamenti. Una cosa che patisco è il “buongiorno” detto di rado, non è solo questione di educazione  ma è il contatto che manca. Ho capito anche che far capire che ci rimango male quando non me lo dicono è fare il loro gioco . IO continuo a dire buongiorno e a salutare.

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Ho scoperto anche che ci sono persone meravigliose e che quando il genovese ti prende a cuore lo fa sul serio. Ho conosciuto poche persone ma oggi due delle mie più care amiche sono genovesi veraci. Sono quelle che potrei chiamare (e lo faccio!) nel momento del bisogno perché il Genovese è così, ti ignora ma ti studia da lontano e se gli vai a genio…sbang… è fatta!
Non ho bisogno di molte cose e nemmeno di avere troppi amici. Per anni l’ho fatto. Cercavo amicizie e l’approvazione. Volevo essere “nei gruppi”, mi avvicinavo a persone per avere la loro amicizia. Poi dopo diverse delusioni ho capito la lezione e il fatto di avere 40 anni (41!) ti permette di non scendere più a compromessi, a non farti andare bene per forza certe situazioni e apprezzare la “solitudine” e l’indipendenza da certe persone.
In questi mesi ho conosciuto tante persone e forse, come mi dice Simone, grazie al mio carattere e all’essere sempre sorridente e accogliente mi sento accettata e ben voluta. A volte credo che le persone mi vedano come un marziano. Anche qui non ho perso l’abitudine di regalare i biscotti a Natale ai “miei negozi” amici, e non è una cosa che il genovese fa! Oppure parlo anche con i sassi… sparatemi!
Nella mia posizione attuale (disoccupata, senza figli, giovane in salute, piena di idee) ho una grande fortuna… posso SCEGLIERE. Scegliere di provare a fare qualcosa che amo in questa vita complicata, scegliere con chi avere a che fare, con chi condividere con chi anche solo bere un caffè ed è la più grande conquista.

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Non è sempre tutto facile, ma non lo era nemmeno prima quando ero nella mia Comfort Zone. I pensieri sono legati ad altro non a Genova e purtroppo per come sono fatta, quelli ci saranno sempre!

Io e Simone andiamo benissimo e non lo dico piano, non ho paura di portarmi sfortuna. Siamo coppia complice unita ma molto indipendente. Ho i miei interessi i miei impegni e lavori, le mie amicizie e non ho bisogno di lui che mi stai intorno perché sono in una città non mia. Noi siamo famiglia, finalmente. Mi sento protetta. Non ci annoiamo e progettiamo.

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Vi lascio con la ricetta per il fine settimana. Ho fatto il pane, perché è casa perché è famiglia perché fa subito calore. Prosegue la mia collaborazione con Cuoredi. Tra tutti i vari prodotti che mi hanno spedito c’era anche la miscela per il pane. Queste miscele sono la svolta per la velocità di realizzazione e per la SEMPRE BUONA RIUSCITA!!!!
Va bene il mio non ha la crosta del pane che esce dal forno a legna ma questo è il problema del mio forno (vi ho detto che quello che mi manca di Bologna è la mia cucina?), per il resto l’impasto lievita, rimane soffice ed è buono!!!!!!!!
Il problema, mio, è che se c’è il pane in casa lo mangio … ed è un problema!!!!!

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